FISCO CONSULTING

Sette giorni fa è stato riaperto il canale telematico delle Entrate per comunicare la cessione dei bonus edilizi e lo sconto in fattura.

Per molti contribuenti e professionisti, però, la riapertura è rimasta puramente teorica a causa delle incertezze sulle nuove regole.

I dubbi riguardano soprattutto chi ha cantieri in corso o in fase di avvio. Serve sempre il visto di conformità? Come si assevera la congruità delle spese? Si possono cedere spese anticipate rispetto all’esecuzione dei lavori? Le domande sono tante, e non tutte hanno oggi una risposta.

Visto e asseverazione

Il decreto Antifrodi (Dl 157/2021) è in vigore dal 12 novembre e impone il visto di conformità per la cessione o lo sconto in fattura dei bonus edilizi ordinari diversi dal 110% (come il 50% sulle ristrutturazioni o l’ecobonus).

Inoltre, richiede che un tecnico asseveri la congruità delle «spese sostenute», facendo riferimento ai prezzari richiamati dal Dm Requisiti (relativo agli interventi di riqualificazione energetica) e a un altro decreto che dovrà essere emanato dal ministero della Transizione ecologica entro 30 giorni dalla conversione del decreto legge. Nel frattempo, ci si dovrà basare sui prezzari regionali e sui listini delle Camere di commercio.

Ad accrescere la confusione, il disegno di legge di Bilancio prevede un altro decreto ministeriale, stavolta dello Sviluppo economico, che fissi i valori massimi di alcune tipologie di beni: il Ddl non è ancora approvato, ovviamente, ed è stato scritto prima del Dl Antifrodi; si spera che le due norme vengano coordinate.

Le nuove regole del Dl 157 sono state emanate d’urgenza per arginare un’ondata di crediti d’imposta fittizi che secondo le Entrate sfiora già il miliardo di euro, ma che potrebbe aumentare con i prossimi controlli. La stretta, però, è arrivata proprio mentre tanti condomìni si trovano con i cantieri in corso o le delibere in discussione.

Oltretutto, l’obbligo del visto è scattato pochi giorni dopo l’annuncio che la manovra avrebbe mantenuto la cessione e lo sconto in fattura nel 2022-24 anche per le detrazioni ordinarie.

Insomma, una combinazione di accelerazioni e frenate difficile da seguire per i cittadini, mentre i prezzi dei materiali e dei lavori continuano a salire, i tempi di consegna si allungano e gli ultimi ritardatari cercano di intercettare il bonus facciate al 90%, prima del calo al 60% nel 2022, magari aderendo a offerte last-minute poco credibili.

Di fatto, solo tre categorie di contribuenti non sono toccate dalle novità del Dl Antifrodi:

chi sta eseguendo interventi agevolati dal superbonus e vuole usare il 110% con la cessione del credito o lo sconto in fattura, perché aveva già l’obbligo di acquisire asseverazioni e visto di conformità;

chi vuole beneficiare delle agevolazioni ordinarie che non possono essere cedute: bonus mobili, bonus giardini e detrazione del 50% per lavori “leggeri” (ad esempio, l’installazione di un corrimano o di una cassaforte a muro);

chi effettua interventi agevolati da detrazioni ordinarie potenzialmente cedibili (ad esempio l’ecobonus del 50% per il cambio delle finestre), ma intende usarle direttamente in dichiarazione dei redditi, senza cessione o sconto.

L’impatto del Dl Antifrodi

Coloro che vogliono fare dei pagamenti per bonus ordinari nei prossimi giorni, per poi cedere il credito d’imposta, avranno innanzitutto il problema di capire se le spese concordate con i fornitori sono “congrue”.

Il Servizio bilancio del Senato ha suggerito al Parlamento di valutare se non sia il caso di limitare l’applicazione del Dm del Mite ai soli lavori che saranno avviati dopo la sua adozione o, comunque, di prevedere altri parametri certi. Finché il Dm non arriva, ad ogni modo, ci saranno i prezzari.

Un’altra situazione da chiarire è quella di chi le spese le ha pagate prima del 12 novembre, ma non ha ancora ceduto il credito.

In tutti i casi in cui i cantieri non finiranno nel 2021, inoltre, si tratterà di capire se e come potrà essere gestita l’asseverazione di congruità“a lavori in corso”.

Con una variabile in più: molti contribuenti stanno già pensando di portarsi avanti con i pagamenti rispetto all’avanzamento dei lavori (Sal), ad esempio per rendere detraibile al 90% una maggior quota di spesa agevolata dal bonus facciate.

È una prassi che il Fisco ha finora avallato, consentendo di cedere le spese agevolate dai bonus ordinari senza un Sal minimo da raggiungere.

1

detrazione del 50%

La ristrutturazione dell’alloggio

Lavori e pagamenti completati nel 2021

Il proprietario di un appartamento sta ultimando
un intervento di manutenzione straordinaria per una spesa di 60.000 euro.

I lavori hanno la detrazione del 50% per il recupero edilizio (articolo 16-bis del Tuir). Entro il 31 dicembre finiranno le opere e le spese saranno pagate. Il proprietario conta poi di cedere alla banca la detrazione di 30.000 euro per 23.400 euro.

Cosa cambia

Alla luce del decreto Antifrodi, per cedere il bonus, il proprietario avrà bisogno dell’asseverazione di congruità delle spese sostenute (rilasciata da un tecnico) e del visto di conformità (rilasciato da un intermediario abilitato, che dovrà anche trasmettere la comunicazione di opzione alle Entrate entro il 16 marzo 2022).

2

SUPERBONUS

Interventi trainanti in condominio

Sal del 30% non raggiunto a fine anno

Un condominio ha avviato lavori di riqualificazione agevolati dal superbonus.

L’inizio dei lavori è avvenuto il 1° settembre,

ma alla data del 31 dicembre non sarà ancora raggiunto un Sal di almeno il 30 per cento.

Cosa cambia

Il Ddl di Bilancio conferma il 110% per i condomìni fino al 2023, con percentuali ridotte nel 2024 (70%) e 2025 (65%).

Per le Entrate, però, il mancato raggiungimento del Sal del 30% entro fine anno impedisce di fare cessione o sconto in fattura. La detrazione del 110% per le fatture pagate nel 2021 andrà usata nella dichiarazione 2022, e il Dl Antifrodi richiede in questo caso il visto di conformità (tranne per chi fa la precompilata o si avvale del sostituto d’imposta).

3

bonus facciate

Al via le opere di restauro

Cantiere in chiusura nel 2022

Un condominio ha deciso di restaurare le facciate con il bonus del 90% e ha contattato un’impresa che farà lo sconto in fattura.

Il condominio pagherà la propria parte (cioè il 10%) a dicembre. Gli interventi cominceranno nel 2021, ma si chiuderanno nel 2022.

Cosa cambia

Il Ddl di Bilancio conferma il bonus facciate per il 2022, ma ridotto al 60 per cento.

Secondo il Mef e le Entrate, se il committente paga il 10% nel 2021, l’impresa ottiene il 90% anche se i lavori finiscono nel 2022.

Il Dl Antifrodi impone però l’asseverazione di congruità delle spese e il visto di conformità per comunicare al Fisco l’opzione di sconto in fattura.

4

bonus facciate

Lavori sui balconi e tinteggiatura

Opere pagate nel 2021 e uso diretto del bonus

I proprietari di una bifamiliare hanno avviato a ottobre un cantiere per riparare i balconi e tinteggiare la facciata. Vogliono sfruttare il bonus facciate senza cederlo.

L’impresa esegue metà dell’intervento entro il 31 dicembre, ma i committenti pagano i 3/4 del preventivo. Il resto viene versato a saldo a marzo 2022 con la fine lavori.

Cosa succede nel 2022

Poiché la detrazione è usata direttamente, il Dl Antifrodi non richiede asseverazione di congruità, anche se le Entrate vigileranno comunque su spese fuori linea (circolare 2/E/2020). Le spese del 2021 sono detraibili al 90%, quelle del 2022 – secondo il Ddl di Bilancio – al 60 per cento.

5

ecobonus

Il cantiere completato per metà

Coibentazione dell’ufficio con il 65%

Il proprietario di un ufficio rimasto sfitto ha avviato un intervento di coibentazione
agevolata con l’ecobonus del 65% in vista
di una nuova locazione.

A causa dei ritardi nelle forniture, quest’anno viene completata e pagata solo metà dell’opera (una spesa di 6mila euro su 12mila).

Il contribuente vorrebbe cedere la detrazione alla propria banca.

Cosa cambia

Il Ddl di Bilancio conferma l’ecobonus del 65% fino al 2024 compresa la possibilità di cederlo.

Il Dl Antifrodi, per poter esercitare l’opzione di cessione, chiede l’asseverazione di congruità delle spese sostenute e il visto di conformità (in precedenza necessario solo per il 110%).

6

superbonus

Interventi trainati al bivio nel 2022

Delibera per lavori da eseguire in futuro

L’assemblea di un condominio sta deliberando un intervento di superbonus sulle parti comuni che sarà eseguito – da contratto – tra marzo e novembre del 2022.

Diversi condòmini sono interessati a far eseguire dalla stessa impresa l’intervento trainato di cambio delle finestre nei propri appartamenti, necessario a fare il salto di due classi energetiche dell’intero edificio.

Cosa succede nel 2022

Il 110% è già previsto fino a fine 2022 per i condomìni e il Ddl di Bilancio lo conferma fino al 2025 con percentuali calanti. Manca tuttavia una proroga espressa oltre il 30 giugno 2022 per i lavori trainati, che diversi parlamentari chiedono di esplicitare con l’approvazione della manovra.

7

superbonus

La villetta e l’avanzamento lavori

Interventi al 30% a fine giugno 2022

In una villetta sono in corso lavori di riqualificazione energetica al 110% avviati l’8 novembre scorso (coibentazione, cambio impianto di riscaldamento).

Il proprietario non ha i requisiti per sfruttare la proroga al 31 dicembre 2022 ipotizzata dal Ddl di Bilancio. Tuttavia – visti i ritardi nelle forniture – alla scadenza ordinaria del 30 giugno 2022 arriverà solo a un Sal del 30%, con relativi pagamenti.

Cosa succede nel 2022

Come evidenziato dal Mef (question time 18 novembre) il 110% sul Sal del 30% è garantito, purché i lavori vengano completati, anche dopo la scadenza, rispettando i requisiti.

Le spese successive non avranno il superbonus ma solo eventualmente i bonus ordinari.

8

bonus mobili

Acquisto degli arredi in più anni

Plafond non ancora esaurito

In un appartamento a giugno sono stati eseguiti lavori straordinari (rifacimento del bagno e dell’impianto elettrico), detraibili al 50 per cento.

Il proprietario ha approfittato del bonus mobili del 50% per cambiare gli arredi e ha speso 6mila euro su un plafond agevolato nel 2021 di 16mila euro.

Cosa succede nel 2022

Se paga gli altri arredi nel 2021 ha ancora 10mila euro di spesa agevolata (e il Dl Antifrodi non chiede visti o asseverazioni perché il bonus non è cedibile). Se invece ritarda o rinvia gli acquisti al 2022 potrebbe non avere più margini, perché il Ddl di Bilancio prevede di ridurre da 16mila a 5mila euro la spesa massima detraibile del bonus mobili, legata all’intervento di ristrutturazione.

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