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NASPI e anticipato della Naspi, ecco come chiedere l’incentivo

I lavoratori che hanno perso il proprio impiego, a causa di un licenziamento involontario o per risoluzione del contratto, e che godono già della NAspi hanno anche l’opportunità di richiedere la NASPI anticipata – ovvero in un’unica soluzione – per l’avvio di una nuova attività autonoma.

L’obiettivo di questa misura, sancita dalla Circolare INPS n.94 del 2015, è trasformare l’indennità di disoccupazione in un efficace incentivo all’autoimprenditorialità ed alla libera professione.

In questo articolo, dunque, vi spiegheremo, passo dopo passo, come richiedere la NASPI anticipata, quali sono i requisiti per accedere a tale beneficio e quali sono le scadenze da rispettare.

Grazie all’anticipo della NASPI, infatti, potrete ricevere subito l’intero importo della disoccupazione e dare vita alla vostra nuova attività: una scelta da non sottovalutare, se avete in mente di intraprendere la strada del lavoro autonomo!

MA vediamo a chi spetta intanto la NAspi, ovvero l’indennità di disoccupazione.

La NASPI (Nuova prestazione di Assicurazione Sociale per l’Impiego) è un sussidio, introdotto dal cosiddetto “Jobs Act”, ovvero il Decreto Legislativo 4 marzo 2015 n. 22 (in attuazione della Legge n.183 del 10 dicembre 2014), rivolto ai lavoratori dipendenti che hanno perduto il proprio impiego per varie ragioni (licenziamento involontario, cessazione del rapporto di lavoro, dimissioni entro il primo anno di maternità, etc.).

L’indennità di disoccupazione  corrisponde almeno al 75% della media delle retribuzioni degli ultimi 48 mesi e viene erogata con cadenza mensile, per un periodo pari alla metà delle settimane di contribuzione negli ultimi 4 anni (per una durata massima di 78 settimane).

Chi può richiedere la NASPI e chi viene escluso?

Possono richiedere la NASPI i lavoratori che hanno perduto il lavoro, si sono dimessi o sono stati licenziati per giusta causa o hanno portato a termine il rapporto lavorativo previsto dal precedente contratto.

Sono inclusi anche coloro che risultano, al tempo stesso, soci e dipendenti di cooperative, gli apprendisti o tirocinanti, gli artisti con contratto di lavoro subordinato e i lavoratori della Pubblica Amministrazione con contratto a tempo determinato.

Al contrario, sono esclusi dalla NASPI i dipendenti pubblici assunti a tempo indeterminato, gli operai agricoli, i lavoratori extracomunitari privi di documenti e coloro che percepiscono altre forme di sostegno (tra cui l’assegno di invalidità).

Quando si ha diritto alla NASPI e a quanto ammonta?

La NASPI può essere richiesta a partire dal primo giorno di disoccupazione, ovvero dal momento del licenziamento involontario o per giusta causa, ed entro un lasso di tempo pari ad un massimo di 68 giorni.

Il sito ufficiale INPS chiarisce i tempi per la presentazione della domanda e per l’erogazione.

L’indennità di disoccupazione NASPI spetta:

  • dall’ottavo giorno successivo alla data di cessazione del rapporto di lavoro, se la domanda viene presentata entro l’ottavo giorno;
  • dal giorno successivo a quello di presentazione della domanda, nel caso in cui questa sia presentata dopo l’ottavo giorno;
  • dall’ottavo giorno successivo al termine del periodo di maternità, malattia, infortunio sul lavoro/malattia professionale o preavviso, qualora la domanda sia presentata entro l’ottavo giorno; dal giorno successivo alla presentazione della domanda qualora sia presentata successivamente all’ottavo giorno ma comunque nei termini di legge;
  • dall’ottavo giorno successivo al licenziamento per giusta causa, qualora la domanda sia presentata entro l’ottavo giorno; dal giorno successivo a quello di presentazione della domanda, qualora sia presentata oltre l’ottavo giorno successivo al licenziamento.

L’eventuale rioccupazione nel corso degli otto giorni che seguono la cessazione non può dare luogo a sospensione della prestazione, ai sensi dell’art. 9 del d.lgs. n. 22 del 2015.

#1 Requisiti per la richiesta

Per richiedere la NASPI, il lavoratore deve possedere i seguenti requisiti lavorativi e contributivi:

  • almeno 13 settimane di contribuzione, relative ai quattro anni che precedono la perdita dell’impiego;
  • almeno 30 giorni di lavoro effettivo, a prescindere dalla soglia minima di contribuzione, nei dodici mesi precedenti all’inizio della disoccupazione.

#2 Qual è la cifra mensile?

Il lavoratore che ha diritto alla NASPI riceve un versamento mensile pari:

  • al 75% della retribuzione media mensile imponibile (relativa al periodo degli ultimi quattro anni), se questa risulta inferiore al limite, stabilito dalla legge, pari a 1.195 euro;
  • al 75%, con l’aggiunta di un quarto della differenza tra la retribuzione media e l’importo di 1.195 euro, se lo stipendio è, appunto, superiore alla soglia minima.

Ricordiamo, inoltre, che:

  • a partire dal quarto mese di disoccupazione, l’importo viene ridotto del 3% per ogni mensilità;
  • la somma massima erogabile tramite la NASPI, tuttavia, è pari a 1.300 euro.

NASPI anticipata: cos’è e come richiederla?

Il Jobs Act, inoltre, prevede la possibilità di richiedere la NASPI anticipata in un unico importo, come incentivo per l’avvio di una nuova attività autonoma (professionale o imprenditoriale). La richiesta, da presentare all’INPS entro 30 giorni dall’inizio di tale attività, può essere effettuata soltanto dai soggetti che rispondono ai seguenti requisiti:

  • essere già beneficiari dell’indennità NASPI;
  • data del licenziamento successiva al 1° Maggio 2015.

L’INPS specifica, inoltre, che possono richiedere la NASPI anticipata soltanto quei soggetti che desiderano:

  • avviare un’attività di lavoro autonomo ( anche in regime forfettario);
  • avviare un’impresa individuale ( anche in gestione separata);
  • sottoscrivere una quota di capitale sociale di una cooperativa (con rapporto mutualistico di attività lavorativa da parte del socio);
  • sviluppare a tempo pieno e in modo autonomo l’attività (autonoma) iniziata durante il rapporto di lavoro dipendente che, essendo cessato, ha dato luogo alla NASPI (art. 8 del D.Lgs. n. 22 del 4 marzo 2015).

La richiesta, come specificato dal Decreto, va presentata entro 30 giorni dalla data di inizio attività.

Tale data viene attestata dalla visura camerale (per ditte individuali, società e cooperative) e può, dunque, non coincidere con quella di apertura e costituzione.

Per i lavoratori autonomi, invece, si fa riferimento alla data indicata sul Modello AA9/12, rilasciato in fase di apertura della Partita IVA. Spesso, inoltre, l’INPS richiede un’ulteriore conferma mediante la prima fattura emessa dal professionista, che dev’essere rilasciata entro, appunto, 30 giorni dalla data di cui sopra.

Qual è l’obiettivo della NASPI anticipata?

L’obiettivo di questa misura, introdotta nel 2015, è quello di incentivare la nascita di nuove imprese, associazioni ed attività professionali in forma autonoma. La NASPI anticipata consiste, infatti, in una quota che l’ex lavoratore dipendente può utilizzare per sostenere i costi legati all’avvio dell’attività (ad es. per l’apertura di un negozio, per l’acquisto di macchinari o per la propria formazione). Con la Circolare n.174, l’INPS ha chiarito che la NASPI anticipata può essere richiesta per tutte le forme di lavoro autonomo (o libera professione), comprese quelle che necessitano dell’iscrizione ad uno specifico Ordine, Albo e/o Cassa Professionale (ad es. medici ed avvocati), oltre che per la costituzione di società, cooperative, ditte individuali ed associazioni.

A quanto ammonta la NASPI anticipata?

La NASPI anticipata prevede l’erogazione, sotto forma di un unico versamento, dell’intero importo che spetta al soggetto disoccupato. La cifra, dunque, corrisponde alla somma di tutte le erogazioni mensili che il lavoratore avrebbe percepito, a seconda del periodo massimo di riferimento (ovvero, come abbiamo visto, per un periodo pari alla metà delle settimane di contribuzione nei 4 anni precedenti e per un massimo di 78 settimane).

Ciò significa che, se vi spettano – ad esempio – 1.000 euro di indennità al mese per un periodo di sei mesi, potrete richiedere 5.000 euro di NASPI anticipata. Ovvero: 6.000 di sussidio complessivo, meno la prima mensilità.

Alla quota della NASPI anticipata, chiaramente, vanno detratti gli importi già versati al lavoratore nei mesi precedenti: per presentare la richiesta, infatti, il soggetto deve già percepire l’indennità di disoccupazione.

La NASPI anticipata, pertanto, prevede soltanto l’erogazione delle mensilità rimanenti.

Inoltre, l’INPS chiarisce che:

  • Non spettano l’assegno al nucleo familiare (ANF) e la contribuzione figurativa. Sull’importo erogato è operata la trattenuta IRPEF secondo la normativa vigente.
  • Qualora il percettore di NASPI sia beneficiario dell’indennità in misura ridotta pari all’80% del reddito presunto derivante da attività di lavoro autonomo per effetto di precedente opzione per il cumulo fra quest’ultimo reddito e la prestazione NASPI, la prestazione anticipata sarà erogata considerando l’importo residuo da corrispondere senza l’applicazione della riduzione stessa.

Entro quanto tempo occorre presentare la richiesta della NASPI anticipata?

La richiesta della NASPI anticipata  deve essere presentata entro e non oltre 30 giorni dall’avvio dell’attività professionale, imprenditoriale o di lavoro autonomo (o dall’acquisto della quota societaria). Ciò vale anche per i soggetti che intendono proseguire e/o ampliare un’attività iniziata in precedenza, parallelamente al lavoro dipendente perduto o terminato. Come abbiamo visto, nella richiesta della NASPI anticipata farà fede la data indicata sulla visura camerale o sulla documentazione rilasciata in fase di apertura della Partita IVA.

Come presentare la domanda per ottenere la NASPI anticipata?

La procedura per l’ottenimento della NASPI anticipata può essere effettuata, entro un limite di 30 giorni dalla data di avvio dell’attività o dalla richiesta dell’indennità, compilando l’apposito modulo per la richiesta.

Il modulo deve essere, successivamente, consegnato all’INPS secondo le seguenti modalità:

  • presso qualsiasi patronato;
  • per via telefonica, attraverso il Contact Center dell’INPS, chiamando il numero verde 803 164 da telefono fisso o il numero 06 161 164 da cellulare e, successivamente, consegnando i documenti presso una sede INPS;
  • tramite il sito ufficiale dell’INPS.

Ricordiamo, tuttavia che, in mancanza del PIN dispositivo, è impossibile inoltrare telefonicamente o telematicamente la richiesta della NASPI anticipata. L’unica soluzione, pertanto, è quella di rivolgersi ad un patronato: in questo caso, anche se la pratica viene effettuata gratuitamente, il lavoratore subirà, in seguito, una decurtazione (in percentuale variabile dal 4 all’11%) sull’erogazione mensile o sulla liquidazione anticipata.

Inoltre, alla domanda per la NASPI anticipata, deve essere allegata anche la relativa documentazione che attesti l’avvenuto avvio dell’attività professionale o imprenditoriale. Per quelle attività che necessitano di particolari autorizzazioni e/o abilitazioni, oppure che prevedono l’iscrizione ad un Ordine/Albo Professionale, la documentazione allegata alla richiesta della NASPI anticipata deve includere anche tali riferimenti.

Decadenza della NASPI

Il Decreto prevede anche alcuni casi di riduzione o decadenza della NASPI che, in caso di liquidazione anticipata, porterebbero all’obbligo di restituire dell’intera cifra. Se, infatti, il lavoratore viene assunto per meno di sei mesi, la NASPI viene sospesa per quel determinato periodo (per ripartire, in automatico, al rientro in stato di disoccupazione). Per le assunzioni di durata superiore ai sei mesi, invece, occorre inoltrare nuovamente la pratica.

Dal 2018, inoltre, è prevista l’erogazione di una NASPI decurtata dell’80%, qualora il nuovo contratto prevedesse una retribuzione inferiore al reddito inferiore al limite utile ai fini della conservazione dello stato di disoccupazione. Ricordiamo che occorre comunicare all’INPS i nuovi redditi da lavoro dipendente, pena la perdita dell’indennità.

Diverso è il caso del lavoratore che ha già percepito la NASPI anticipata. Questi, infatti, sarebbe costretto a restituire l’intera somma ricevuta in liquidazione, qualora instaurasse un nuovo rapporto di lavoro dipendente prima della scadenza del periodo per il quale è riconosciuta l’indennità.

Ricordiamo, tuttavia, che è prevista un’eccezione alla decadenza, per i soggetti che trovano impiego presso la medesima società o cooperativa della quale risultano soci. In altre parole, se il rapporto di lavoro è frutto dell’acquisto di quote partecipative, il lavoratore non è obbligato alla restituzione della NASPI anticipata.

Aprire la Partita IVA con la NASPI? Ecco come fare!

L’incentivo all’autoimprenditorialità, inserito nel “Jobs Act”, ha permesso a molti aspiranti professionisti o lavoratori autonomi di dare il via ad un’attività indipendente, uscendo, così, dallo stato di disoccupazione.

Il Decreto in oggetto prevede, infatti, la possibilità di aprire la Partita IVA – senza perdere il diritto all’indennità di disoccupazione – purché vengano rispettati alcuni requisiti, che analizzeremo meglio in seguito.

Pertanto, se hai perduto il tuo vecchio impiego in tempi recenti, se percepisci già la NASPI e hai intenzione di mettere a frutto questa opportunità di fare business, hai dinanzi a te le seguenti possibilità:

  • Aprire Partita IVA come lavoratore autonomolibero professionista o ditta individuale, comunicando, entro cinque giorni e tramite modello Naspicom, il reddito annuo presunto. Ricordiamo che il tuo reddito da lavoro autonomo non dovrà superare la quota massima di 4.800 euro, per non incorrere nella decurtazione della NASPI (pari all’80% dell’importo mensile erogato).
  • Richiedere la NASPI anticipata, secondo le modalità che abbiamo illustrato precedentemente. In questo modo, potrai disporre di un capitale di partenza per le tue spese di avviamento dell’attività: dall’acquisto di materiali e/o attrezzature all’affitto dei locali, fino al conseguimento di qualifiche e corsi professionali.

Hai bisogno di una consulenza per aprire la Partita IVA senza rinunciare alla NASPI?

In una fase così delicata, il supporto di un esperto è molto importante, per non rischiare di perdere il diritto al sussidio e, dunque, di compromettere, sul nascere, la tua nuova attività professionale.

Per  un servizio di consulenza e assistenza con un professionista di Fisco Consulting, scrivici a office@fiscoconsulting.it

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