- 27 Ottobre 2021
- Posted by: Cesare Longo
- Categoria: Guide Fiscali, ULTIME NOTIZIE

In questo articolo tratteremo un tema interessante per tutti quei giovani che sognano una carriera nel mondo della moda: vedremo come aprire la Partita IVA per modella o indossatrice e quali sono i costi da affrontare.
Modella, indossatrice, top model… ci sono tanti termini per definire l’attività di chi sfila in passerella o presta il proprio corpo per pubblicizzare abiti e accessori di alta moda. Un lavoro che attira tanti ragazzi e ragazze!
Nella maggior parte dei casi, la modella o il modello lavora presso un’agenzia. La sua attività può configurarsi sia come lavoro occasionale, sia come lavoro autonomo con Partita IVA, ovvero come un freelancing a tutti gli effetti.
Il modello o la modella freelance è colui (o colei) che non ha un contratto di lavoro dipendente, bensì collabora di volta in volta con un’azienda, un atelier, una casa di moda, ecc., stabilendo un contratto per le singole prestazioni.
Per lavorare come modella/o freelance, dunque, occorre aprire la Partita IVA, esattamente come accade per tante altre attività o professioni, comprese quelle più “moderne” e “innovative”, come ad esempio l’influencer.
Dunque, che si tratti di realizzare un nuovo spot per un’automobile di lusso, per un profumo o una marca di merendine, o di creare un catalogo per un brand di abbigliamento, i modelli e le modelle hanno tante opportunità per lavorare: ad ogni modo, l’inquadramento sarà sempre quello di un libero professionista in collocamento ex-EMPALS, anche se ci si “appoggia” ad un’agenzia di moda specializzata per trovare nuove collaborazioni.
Quando la modella non ha un contratto con un’azienda o agenzia, ha dinanzi a sé due opzioni per instaurare un rapporto di collaborazione con i suoi committenti: la prestazione occasionale, con ritenuta d’acconto pari al 20%, oppure la fatturazione vera e propria, per la quale, però, si rende necessaria l’apertura della Partita IVA.
Vediamo quando è possibile utilizzare il primo sistema e quando, invece, bisogna aprire Partita IVA per modella.
Prestazione occasionale: un modo per cominciare
La prestazione occasionale è il primo sistema con cui l’aspirante modello/a può instaurare delle collaborazioni con agenzie, case di moda, negozi di abbigliamento, ecc., senza dover necessariamente aprire la Partita IVA.
Come funziona questo metodo di pagamento?
È semplice: l’indossatrice stabilisce un contratto di lavoro occasionale con il committente in questione (che può essere un privato o un’azienda), nel quale vengono stabiliti i termini della collaborazione: prestazioni da effettuare, orari e giorni di lavoro e, ovviamente, il compenso pattuito, sul quale verrà applicata una ritenuta pari al 20%.
Dunque, se una modella deve posare per un atelier di abiti da sposa e, per 4 ore di shooting, viene pagata 200 euro, dovrà produrre una ricevuta e indicare sia il compenso (200 euro), sia la ritenuta d’acconto del 20% (40 euro).
Ricordiamo, però che, se il committente è un privato o un soggetto straniero, la ritenuta del 20% non si applica.
Vi sono, comunque, dei limiti nell’uso della prestazione occasionale che, come si evince dal suo stesso nome, può essere adoperata solamente per singole collaborazioni non ripetute nel tempo: una sfilata, uno shooting e così via.
Le cose cambiano quando l’indossatrice comincia a collaborare regolarmente con un’agenzia o con un brand, e cioè quando l’attività assume la forma di un lavoro continuativo, con una serie di committenti fissi e introiti regolari, e ciò vale a prescindere dall’ammontare di tali introiti (chi parla di un limite di incassi, infatti, dice solo una bufala!).
L’apertura della Partita IVA per modella o indossatrice, difatti, si rende necessaria quando l’attività perde le caratteristiche di occasionalità ed episodicità, per configurarsi, invece, come un lavoro regolare e continuativo.
In altre parole, se vi capita di posare ogni tanto per un fotografo o di sfilare per un laboratorio di sartoria, non sarete costretti/a ad aprire Partita IVA per modella. Se, invece, svolgete queste prestazioni più volte durante l’anno e avete intrapreso delle collaborazioni fisse con agenzie e/o aziende, dovrete iniziare a mettervi in proprio.
La prima domanda che dovrete porvi è: qual è il corretto Codice ATECO per modella o indossatrice?
Come sappiamo, ogni Partita IVA è associata ad un codice che descrive il tipo di attività o la professione che andrete a svolgere. Ciò vale per qualsiasi lavoro: dall’avvocato al fisioterapista, fino al titolare di e-commerce.
Per lavorare come modelle o modelli, il Codice ATECO da utilizzare è il seguente:
- 90.01.09 – Altre rappresentazioni artistiche
Questo codice generico racchiude sia l’attività di modella/indossatrice, sia altre figure che operano nel campo dell’arte e dell’intrattenimento: disk-jockey, musicisti, cantanti, attori, ma anche conferenzieri, ballerini, ecc..
Tuttavia se, alla professione di modella, pensate di affiancare altre attività (come, ad esempio, la vendita di articoli tramite i vostri canali social, la sponsorizzazione in rete di marchi/prodotti, la produzione di video da condividere su YouTube e via di seguito), potrete aggiungere dei codici secondari alla Partita IVA per modella.
Un’altra importantissima scelta, da effettuare in fase di apertura della Partita IVA per modella, riguarda il regime fiscale a cui assoggettarvi. Attualmente, per chi sta muovendo i primi passi nel mondo del lavoro autonomo e, pertanto, non ha un fatturato particolarmente consistente, l’opzione più conveniente è il regime forfettario.
Chi sceglie questo regime, infatti, può beneficiare di una tassazione agevolata, con un’aliquota fissa molto più bassa rispetto a quelle previste per i contribuenti “ordinari”, pari al 5% per i primi cinque anni (se in possesso dei requisiti richiesti per l’aliquota start-up) e al 15% a partire dal sesto (o direttamente dal primo, per chi non li possiede).
Contributi previdenziali per modelle
L’ultimo passaggio da effettuare riguarda l’iscrizione alla Cassa di Previdenza, al fine di versare i contributi previdenziali che, una volta conclusa l’attività lavorativa, andranno a formare la vostra pensione.
Le Cassa di riferimento, per chi svolge l’attività di modella o indossatrice, sono due:
- ex-EMPALS;
- Gestione Separata INPS.
Nel primo caso, i contributi verranno ripartiti tra il professionista e il committente, secondo queste modalità:
- Contributo: 33% del compenso, di cui il 9,19% a carico della modella (da indicare in fattura o nella ricevuta per prestazione occasionale, trattenuto dal committente) ed il 23,81% a carico del committente;
- Contributo di solidarietà: pari al 5% del compenso pattuito, suddiviso per il 50% a carico della modella e il rimanente 50% a carico del committente (solo per quei compensi giornalieri superiori a € 300,07);
- Contributo aggiuntivo: a carico dell’indossatrice, pari all’1% della parte di compenso eccedente € 137,95.
Nel secondo caso, invece, spetta alla modella farsi carico dei propri contributi previdenziali, che verranno calcolati sul reddito imponibile (ovvero sul fatturato lordo, meno le spese), con aliquota pari al 25,72%.
La modella, pertanto, farà capo ad entrambe le Casse: la scelta dipende, difatti, dalla natura della prestazione.
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