- 31 Ottobre 2021
- Posted by: Cesare Longo
- Categoria: ULTIME NOTIZIE

Oggi vogliamo parlarvi di un argomento che, da alcuni anni, è al centro del dibattito nazionale: il reddito di cittadinanza, una misura di sostegno al reddito introdotta dalla Legge di Bilancio del 2019.
Su questo tema, ancora oggi, c’è parecchia confusione: ad esempio, c’è chi si domanda se sia possibile richiedere il reddito di cittadinanza se si è già titolari di Partita IVA o si ha in programma di aprirne una. O, ancora, se esso sia compatibile con eventuali redditi (es. redditi da lavoro dipendente o da lavoro autonomo) o con altri strumenti di welfare, tra cui la Naspi.
Facciamo, quindi, un po’ di chiarezza sul funzionamento del reddito di cittadinanza, sulle modalità con cui bisogna presentare la domanda e sugli accorgimenti da tenere se si vuole aprire una Partita IVA.
Cos’è il reddito di cittadinanza?
Il reddito di cittadinanza è una forma di sostegno al reddito, ovvero un sussidio statale rivolto alle fasce economicamente più deboli della popolazione.
L’erogazione avviene mediante una card, mentre la somma assegnata a ciascun richiedente varia in base a più fattori: il numero di componenti del nucleo familiare, la presenza di figli minorenni, il possesso (o meno) di beni immobiliari, eventuali entrate extra (ad esempio: prestazioni occasionali o lavori part-time).
Quali sono i requisiti di accesso al RDC?
L’accesso al reddito di cittadinanza è riservato ai cittadini in difficoltà economiche, che risultino in linea con i seguenti requisiti: 1) cittadinanza italiana (o in un Paese UE, con residenza in Italia da almeno dieci anni, di cui gli ultimi due in forma stabile); 2) ISEE inferiore a 9.360 euro; 3) patrimonio immobiliare, fatta eccezione per la prima casa (ovvero l’immobile che coincide con l’indirizzo di residenza), non superiore a 30.000 euro; 4) valore del patrimonio mobiliare non superiore alla soglia di 6.000 euro, accresciuta di 2.000 euro per ogni componente il nucleo familiare successivo al primo (fino ad un massimo di 10.000 euro), incrementata di ulteriori 1.000 euro per ogni figlio successivo al secondo e di 5.000 euro per ogni componente con disabilità; 5) reddito familiare non superiore a 6.000 euro annui, oppure a 9.360 euro annui per le famiglie che risiedono in un’abitazione in affitto (tale soglia, comunque, è variabile in proporzione al numero di persone che compongono il nucleo familiare).
Reddito di cittadinanza e lavoro autonomo
Secondo gli ultimi chiarimenti, non esiste alcun veto per i lavoratori autonomi che impedisca loro di accedere al reddito di cittadinanza. Dunque, l’essere titolari di una Partita IVA, di per sé, non costituisce un problema.
Come presentare la domanda per il RDC?
Le modalità per richiedere il RDC sono le seguenti:
- Tramite CAF → È questa la via più semplice, in quanto basta soltanto fornire i dati personali e produrre la documentazione necessaria per la verifica dei requisiti. Se si dispone di Partita IVA, bisogna anche allegare i documenti relativi alla stessa e indicare gli eventuali redditi, in modo tale che l’operatore CAF, al momento della compilazione della domanda, possa riportarli nell’apposito quadro per i redditi da lavoro autonomo. In seguito, ogni 16 del mese successivo al trimestre, occorre comunicare il reddito lordo derivante dalla Partita IVA al CAF, che a sua volta provvede a presentare il modello RDC/PDC ridotto, affinché l’INPS possa rimodulare l’importo in positivo o in negativo sulla base della situazione aggiornata.
- Tramite web → Per chi preferisce procedere in autonomia, l’alternativa è accedere al portale (disponibile a questo link) con l’utilizzo dello Spid e compilare online la domanda. Se si è titolari di Partita IVA, bisogna specificare questo particolare aspetto ed inserire tutte le informazioni richieste, incluso il reddito. In seguito, l’utente deve provvedere alla compilazione del modello RDC-PDC ridotto, da presentare ogni 16 del mese successivo al trimestre, in modo che l’INPS possa rimodulare l’importo in eccesso o in difetto.
Reddito di cittadinanza e lavoro dipendente
Anche chi percepisce redditi da lavoro dipendente può, comunque, inoltrare la richiesta per il reddito di cittadinanza. In questo caso, bisogna presentare al CAF i documenti necessari per la compilazione della domanda e, se la verifica dei requisiti dà esito positivo, l’INPS procederà con l’erogazione del sussidio.
Reddito di cittadinanza e Naspi
Un dubbio comune è il seguente: chi percepisce altre forme di sostegno, come la Naspi, può accedere al RDC?
La risposta è: sì.
La normativa, infatti, specifica che vi è compatibilità tra i due strumenti, pur tenendo sempre in conto il reddito dato dall’Indennità di Disoccupazione. Pertanto, anche in questo caso, l’erogazione del sussidio, il cui importo risulta modulato a seconda dell’ISEE e delle dimensioni del nucleo familiare, potrebbe avvenire in forma ridotta.
Reddito di cittadinanza e dichiarazione dei redditi
Una domanda alla quale vogliamo rispondere è questa: chi percepisce il reddito di cittadinanza deve indicare tali somme nella dichiarazione dei redditi? Ebbene, secondo la normativa, la risposta è: no.
Sia il RDC, sia altre tipologie di indennità – tra cui il REM – non vanno menzionati nel Modello Unico, utilizzato dalle persone fisiche per presentare la dichiarazione dei redditi, ma solo ai fini del calcolo ISEE.
Aprire Partita IVA con il reddito di cittadinanza?
Infine, se percepisci il reddito di cittadinanza e vuoi approfittare di questo sostegno statale per metterti in proprio, puoi farlo tranquillamente.
Come già detto, infatti, il sussidio ed eventuali redditi da lavoro autonomo sono compatibili (sempre nel rispetto delle soglie stabilite dalla legge). Dunque, se hai intenzione di avviare una nuova attività e desideri maggiori informazioni su come aprire la Partita IVA, scrivici una mail a office@fiscoconsulting.it
Un esperto ti risponderà prima possibile per una valutazione personalizzata della tua situazione fiscale!
Anticipo RDC per apertura Partita IVA
Una novità che può interessarti, se stai pianificando l’apertura di una Partita IVA, riguarda l’anticipo del reddito di cittadinanza, finalizzato all’avvio di un’attività autonoma (libera professione, impresa individuale o società cooperativa): un incentivo che, per certi versi, ricalca il funzionamento della Naspi.
A questo proposito, l’art. 8 del D.Lgs n.4 del 2019 stabilisce che:
“Ai beneficiari del RDC che avviano un’attività lavorativa autonoma […] entro i primi dodici mesi di fruizione del sussidio è riconosciuto in un’unica soluzione un beneficio addizionale pari a sei mensilità, nei limiti di 780 euro mensili, per un totale di 4.680 euro”.
Per usufruire del bonus, il soggetto percettore del RDC deve comunicare l’inizio delle attività, entro un massimo di trenta giorni, presentando all’INPS il modello “COM Esteso”. Verificata la sussistenza dei requisiti, l’erogazione avviene entro il secondo mese successivo a quello della domanda, o con accredito sul conto corrente indicato dal richiedente, o con bonifico domiciliato, nel rispetto della soglia massima vigente per il pagamento in contanti.
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