Sulla Pace Fiscale e sulla proposta della Lega, le distanze all’interno della maggioranza appaiono evidenti, così come sul tema del riarmo dell’Europa e sulla Pace in Ucraina. Eppure, la Lega insiste nel sollecitare l’approvazione di una nuova rottamazione quinquies, già al centro di una proposta di legge, che contiene un punto considerato da molti come la soluzione di tutti i mali per chi ha debiti con l’Agenzia delle Entrate Riscossione.

Perché, se davvero la nuova rottamazione quinquies vedrà la luce come ipotizzato, combinata con quanto previsto dalla riforma della riscossione, sarà possibile per molti lavoratori mettere la parola fine alla propria situazione debitoria.

Rottamazione quinquies e rate ordinarie, in 10 anni tutte le cartelle fino al 2025

Tra le critiche mosse alla rottamazione quater figura il fatto di essere stata una sanatoria con rate troppo ravvicinate per saldare i debiti e importi particolarmente alti nelle prime due rate. Inoltre, copriva un gran numero di cartelle, ma non le più recenti.

Con la rottamazione quinquies, invece, si punta a risolvere questi limiti, permettendo di dilazionare le cartelle esattoriali in 10 anni. E con rate più sostenibili rispetto alla versione quater, e includendo i carichi fino al 31 dicembre 2023.

Da una all’altra rottamazione delle cartelle, cosa cambia con la quinquies?

In concreto, si passerà dalle rate trimestrali in scadenza fino al 2027 a rate mensili fino al 2035.

Mentre i debiti affidati all’Agente della Riscossione saranno riferiti non più al 30 giugno 2022, ma al 31 dicembre 2023. Ciò significa che, pagando in 120 rate mensili l’intero debito, sarà possibile regolarizzare la propria posizione per tutte le cartelle fino al 31 dicembre 2023.

Per i carichi successivi, invece, grazie alla già operativa riforma della riscossione, si può ottenere un piano di dilazione a 7 anni (84 rate ordinarie). E senza dover dimostrare una condizione di difficoltà economica all’Agenzia delle Entrate Riscossione.

A partire dal 2025, infatti, le rate ordinarie saliranno da 72 a 84. Resta infine la possibilità, per chi è in grado di attestare un reale disagio economico (mediante ISEE o bilanci aziendali), di chiedere fino a 120 rate mensili anche per i debiti maturati dal 1° gennaio 2024 a oggi.

I dubbi riguardo alla rottamazione delle cartelle permangono, poiché alcune forze di maggioranza, come Forza Italia, puntano più che altro su interventi relativi all’IRPEF. Magari con un taglio al secondo scaglione a vantaggio del ceto medio.

Tuttavia, rimane vivo l’ottimismo che la rottamazione quinquies venga varata.

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